Maometto era, per i Musulmani, il "sigillo del profeti" ossia l'ultimo profeta e come tale non poteva esserci un successore religioso che prendesse il suo posto. Ma Maometto era stato anche il capo politico dello stato islamico, e in questa veste doveva necessariamente averne. Dopo la morte di Maometto i suoi collaboratori più vicini si riunirono e scelsero di affidare questo ruolo ad Abu Bark, che assunse la guida della comunità religiosa e dello stato politico. I musulmani non apprezzavano la definizione di "re" per cui Abu Bark scelse per se il titolo di "califfo", termine arabo che significa rappresentante e successore. Così nacque il califfato, la più alta carica politica e religiosa che per molti secoli guidò i popoli della comunità islamica. I sostenitori di Abu Bark e del califfato furono chiamati "sunniti", termine che deriva dalla parola araba sunna che si traduce in tradizione.
La nomina di Abu Bark però non fu unanime: molti
Ancora oggi sunniti e sciiti sono in contrapposizione. L'islamismo sciita, diffuso soprattutto in Iran, in Pakistan, India, Afghanistan, Asia centrale e Iraq e in continua espansione anche nell'Arabia Saudita, nel Libano e tra i musulmani del continente Africano è caratterizzato da un clero molto potente che interpreta i dettami musulmani in modo intransigente, per nulla incline alla tolleranza. I suoi ayatollah, ossia i rappresentanti più autorevoli dell'islam sciita sono considerati dai sciiti i legittimi interpreti dei detti del Profeta.
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